Il gruppo di grotte più antico, sito sul versante NO, presenta come caratteristica comune un’apertura archivoltata ed una pianta con setto divisorio nel tufo, aspetto molto particolare. 
Studiosi ipotizzano che il tracciato planimetrico fosse ricavato con la guida di una corda passante per l’ingresso e per l’angolo del muro interno, andando quindi di fatto a dividere la grotta in due parti. Si presume che la stanza con pareti più regolari, tra le due presenti, era più adatta ad accogliere il letto e i ripiani; l’altra stanza, caratterizzata da un volume arrotondato e da attrezzature per le mangiatoie, era adibita a ricovero per animali. 
Pur condividendo l’ipotesi avanzata da tali studi circa il tracciamento planimetrico delle stanze con l’aiuto della corda, crediamo che la diversa conformazione tra le due stanze sia da ricercare in un successivo adattamento della ambiente, trasformato da casa in piccola stalla.
I fattori che suggeriscono una tipologia bicellulare arcaica sono: l’analogia formale dell’apertura archivoltata delle grotte e l’esistente colombario presente sul lato nord-ovest del promontorio, la presenza di grotte tagliate a monte delle grotte 29 e 30, la mancanza di uno stretto rapporto tra le strutture murarie e la distribuzione di queste grotte su entrambi i lati del pendio. 
Nelle vicinanze delle grotte con setto centrale sono presenti alcune grotte unicellulari di diverse dimensioni; una plausibile interpretazione di questa particolarità può essere ricercata nel fatto che erano dei veri e propri annessi al servizio delle case. 
Un’analisi complessiva della natura urbana potrebbe portare a nuove deduzioni sui rapporti di aggregazioni e abitazioni familiari.