Definita “la seconda grande opera ingegneristica di Sorano" dopo la Fortezza Orsini, l'Acquedotto di Vitozza-Sorano iniziò nel 1862 per volere del Comune di Sorano e terminò il 23 Giugno 1867 alla cifra di 85.658,91 Lire per volere dell’allora sindaco ingegnere Pietro Busatti.


L'Acquedotto iniziava alle sorgenti del fiume Lente, su fondo della valle situata a nord-est della Città Perduta di Vitozza presso la frazione di San Quirico, e giungeva a Sorano dopo 5007 metri, di cui 4200 in galleria, 150 in n. 7 ponti e 657 in conduttura a cassetta.


I lavori iniziarono alle sorgenti del Lente, presso il fosso Barcatoio, a circa 5 chilometri da Sorano.
Per superare le strette gole del fiume l’acquedotto fu fatto passare in galleria attraverso lo scavo dei costoni tufacei della valle. I fossi affluenti vennero scavalcati con la costruzione di ponti in muratura, fra cui quello del Bicchiere, in prossimità delle sorgenti del fiume.
Vi parteciparono soprattutto sanquirichesi e soranesi, cavatori di tufo per antica tradizione.
I materiali furono trasportati dai vetturali, mestiere assai diffuso nella società contadina di quel tempo. Con il carro trainato da buoi o da cavalli portavano i tufi e la calce ai muratori e alla manovalanza impegnata nella costruzione dei ponti e delle gallerie, anch’esse in muratura. La tubatura in coccio venne realizzata dai “vasai” soranesi, mentre quella in ferro fu ordinata alle acciaierie di Follonica.
L'Acquedotto di Vitozza ha rappresentato la prima fonte di acqua potabile di Sorano, fino a quando è stato sostituito dall’Acquedotto del Flora, agli inizi degli anni ’60 del XX secolo.
Sono tutt’ora visibili casotti in muratura, resti di ponti, tubi in ferro e gallerie che si addentrano per centinaia di metri nei costoni tufacei; possiamo ancora ammirare il caseggiato della prima sorgente, alcuni ponti adiacenti ai sentieri che percorrono l'alta valle della Lente e due portali bugnati che segnano l'ingresso di altrettanti tunnel.
Purtroppo l'abbandono e la vegetazione hanno notevolmente danneggiato buona batteria delle gallerie, rendendole pericolanti.