Le grotte ad uso abitativo, secondo alcuni studiosi, sono localizzate in larga parte sul versante sud-ovest, maggiormente riparato ed esposto al sole; alcune, comunque, sono presenti anche in quello esposto a NE del parco archeologico di Vitozza.
Tutte le grotte abitate sono caratterizzate da aperture rettangolari o quadrangolari ed una pianta più o meno regolare
Tali abitazioni erano dotate di tutti gli elementi necessari allo svolgimento della vita quotidiana: nicchie per ripiani in legno, nicchie portalampade, fori per tavolati pensili, bordature tufacee per piani di appoggio oppure come letti.
Molto caratteristici sono i pithoi, pozzi di forma ovoidale scavati nel tufo usati per la conservazione delle granaglie e muniti di coperchio in legno. 
Oltre a questi pozzi, ve ne erano altri utilizzati per la raccolta dell’acqua piovana, ivi convogliata attraverso canalette artificiali scavate lungo le pareti e sul pavimento.
Tutte le grotte abitate erano dotate di un camino, solitamente costruito sul muro che divide lo spazio interno dall’esterno, comprensivo di relativa canna fumaria necessaria per la fuoriuscita dei fumi. Oltre ai camini costruiti sul muro esterno, tipici delle grotte abitate, si trovano anche esempi di camini interni alle grotte comprensivi di canna fumaria.

Tenuto conto delle frane che si sono sviluppate nei frontoni tufacei e che hanno modificato l’aspetto esterno delle grotte, è possibile riconoscere le canne fumarie sia nelle grotte abitate nel 1783 (schede nn. 1, 4, 6, 15) sia nelle grotte schedate con i nn 5, 14, 16, 17, 18, 19, 20, parte inferiore della 22, 24, 27, 28, 31, 33, 49, 66 e 67.

Molte di queste grotte presentavano uno sviluppo su tre livelli ed erano unite tra loro da un fitto sistema di gradini e stradine scavate nel tufo, ormai quasi impercettibili visivamente. Il fatto di essere sopraelevate consente di ipotizzare la presenza di un nucleo destinato quasi esclusivamente ad uso abitativo; ciò è confermato sia dalla presenza di un numero elevato di nicchie, di bacili e di ripiani vari, sia per l’ubicazione che, nella maggior parte dei casi, rendeva difficoltoso l’accesso di animali selvaggi di grandi dimensioni.