L’area di Vitozza riveste un notevole interesse ambientale, oltre che storico e archeologico.
La conformazione orografica e le tipologie vegetazionali presenti, favoriscono la presenza di ecosistemi diversificati e ancora ben conservati, che ospitano alcune specie animali di particolare pregio conservazionistico.
Un elemento caratterizzante dell’area è la sua forma stretta e allungata, incassata tra il Fiume Lente e il Fosso Vitozza.
Le ridotte dimensioni non consentono di ospitare in via esclusiva vertebrati di medio-grandi dimensioni, ma la tipologia degli habitat offre rifugio e alimentazione a numerose specie animali.
L’area ospita inoltre invertebrati adattati a vivere in condizioni ambientali diverse, da piccole radure xerofitiche, con arbusteti e aree con rocce scoperte, ad ambienti di cavità rocciose naturali e artificiali, da boschi temofili a boschi mesofili, fino ad ambienti ripari di acque lotiche.
La particolare morfologia del vallone, scavato profondamente nel tufo determina, infatti, una forte inversione termica che favorisce la conservazione di nuclei forestali a carattere montano sul fondo e ai livelli inferiori, in stretto contatto con boschi più termofili che invece occupano le parti alte, in condizioni meglio esposte e su suoli meno fertili e profondi. Ciò si ripercuote sulle tipologie faunistiche associate a queste fitocenosi.
Allo stato attuale delle conoscenze, tuttavia, non risultano particolari studi zoologici specifici condotti sull’area di Vitozza.
Sulla base delle osservazioni condotte nell’area e delle segnalazioni occasionali ricevute, è possibile tracciare un primo delineamento di alcune tra le entità faunistiche di rilievo conservazionistico presenti nella zona.
In particolare, si sottolineano alcune specie faunistiche di pregio che meritano la massima considerazione:
- la vanessa multicolore, specie debolmente migratoria polifaga;
- il gambero di fiume europeo, piccolo crostaceo d’acqua dolce molto raro oggi a causa del frequente inquinamento delle acque;
- la salamandrina del salvi, specie elusiva e talvolta difficile da rinvenire, diffusa prevalentemente in boschi di alto fusto con abbondante lettiera;
- le dolicopode, ortotteri privi di ali adattati alla vita all’interno di cavità prive di luce, naturali e/o artificiali;
- la vipera comune, perseguitata dall’uomo perché velenosa;
- il quercino, roditore della famiglia dei Gliridi, diffuso in tutti gli ecosistemi forestali, che predilige versanti ben esposti con ambienti rocciosi in grado di assicurare adeguati nascondigli.