Risalente al periodo etrusco, la città nacque con il nome di Suana, nome originario dato dai Romani dopo la loro conquista del territorio di Vulci nel 278 a.C., e venne eletta al ruolo di municipio.
Il nome deriva dall’etrusco “suf” che significa “terra verde”.
Città natale di Gregorio VII, Sovana fu sede vescovile e raggiunse il massimo splendore nel XIII secolo sotto la signoria degli Aldobrandeschi.
Nel 1200 la città passò ai conti Orsini, sotto il controllo dei quali rimase per circa due secoli, fino al 1400, quando venne conquistato dai Senesi.
Nel XVI secolo Sovana passò al Granducato di Toscana.
Nel 1700 i Medici cercarono di ripopolare il borgo, in stato di forte degrado dopo le epidemie di peste, con coloni provenienti dalla Grecia: il tentativo fu inutile e, infatti, in quegli anni risultano censite a Sovana solo ventiquattro persone.
Anche sotto i Lorena la situazione non migliorò.
Spopolata e abbandonata, ha ritrovato nuova vita nel corso del XX secolo. Il ricco patrimonio archeologico, risalente al periodo etrusco, rende Sovana una frequentata meta turistica.
La costruzione dell’antica “Suana” è legata ai suoi primi abitanti, dei piccoli gruppi di agricoltori e pastori; ne danno dimostrazione le tombe monumentali risalenti al VII sec. a.C. che affermano l’era etrusca. Tra le più note troviamo la Tomba della Sirena, la Tomba del Tifone, la Tomba Pola e, soprattutto, la monumentale Tomba Ildebranda sul Poggio Felceto.
Per visitare oggi Sovana si deve iniziare dalla Piazza del Pretorio, dove tutti gli edifici risalgono al XIII secolo. All’interno si trova un piccolo ma importante museo etrusco gratuito; suoi punti di forza sono due piccole statue di Zertur e Velia, l’uomo e la donna, datate al III secolo a.C..
Al centro della piazza troviamo il Palazzo dell’Archivio gravemente danneggiato durante un assedio nel XV secolo e successivamente ricostruito con l’aggiunta di una torre dell’orologio.
Appena alla fine del paese, sorge il Duomo di Sovana. Quasi completamente costruita in tufo, la Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo è l’unico esempio di architettura longobarda, romanica e gotica religiosa del X secolo rimasta in Maremma.
Lo stile romanico presente conferma il periodo centrale della costruzione del duomo nell’XI secolo, durante l’espansione degli Aldobrandeschi e del Papato di Gregorio VII (1073-1085).